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La semantica

Il santo Graal dei nostri giorni, il sogno di ogni sviluppatore che si rispetti: la completa distinzione tra contenuto e presentazione.

Un sogno diventato lentamente realtà grazie alle tecnologie offerte dal web, e dalle applicazioni di gestione contenuti. La realtà però è molto distante dall'essere perfetta, aver puntato tutto sulla separazione indiscriminata tra ciò che si scrive e come lo si presenta ha avuto un risvolto profondamente negativo sulla produzione artistica dei contenuti: la separazione tra contenuto e presentazione.

Abbiamo appiattito la presentazione estetica ad un mero fatto decorativo, un non necessario abbellimento grafico. Per questo motivo buona parte degli articoli che leggiamo può essere letto indiscriminatamente dal sito di origine, da RSS, da e-book, su un qualche aggregatore di news, su un qualche aggregatore di feed sociali e non che ci siamo installati sul device mobile. Il godibilità del contenuto non viene inficiata dal supporto.

Ci si potrebbe chiedere se questo è davvero un problema. Nel mondo del codice aperto, della libertà di formato, della libertà di accesso, cosa c'è di meglio della possibilità di accedere ai contenuti attraverso canali diversi?

Se la situazione attuale sia un miglioramento o meno dipende dal punto di vista, come sempre, ma credo che esista un fatto di innegabile gravità: la produzione è diventata sterile. Come dicevo il fatto che la presentazione del contenuto sia diventata un aspetto esterno non sostanziale ha rimosso la capacità agli autori di inserire (e attenzione alla finezza retorica) contenuto al di fuori del contenuto. Se un ipotetico autore, volesse produrre un articolo dotato di una presentazione che offre un ironica antitesi al testo, per giocare con il lettore su un piano intellettuale più alto... non potrebbe. Per due motivi:

  1. la presentazione andrebbe perduta non appena il contenuto inziasse a viaggiare all'esterno del contenitore originale,

  2. se non fosse possibile estrapolare il contenuto, dovrebbe arrendersi a non fornirlo attraverso canali diversi.

Non è difficile credere questo lo scotto da pagare per la incredibile quantità di vantaggi che ci sono invece forniti dalla attuale situazione.

Ma non era questo il mondo che sognavamo. Volevamo contenuti interattivi, vivi, dotati di una loro unicità. Ci aspettavamo libri animati, UX immersive, interfaccie fluide, che adattano il contenuto a seconda del lettore, immagini che si animano e offrono informazioni diverse a seconda di quale parte del capitolo si stia leggendo. Qualcosa del genere esisteva...

Cosa è successo?

Era nato per rispondere esattamente a quel sogno Science fiction del libro interattivo ed era già perfettamente web compatible. Si chiama Macromedia Flash, e aveva pure una virtual machine Open Source, ma era un disastro da usare sul mobile. Era un disastro per le performance, e perché non era stato pensato per le interfacce touch. Ma non abbiamo risolto il problema, non lo abbiamo migliorato per farlo funzionare. Lo abbiamo ucciso.

Avevamo bisogno di dotare dei device della capacità di accedere ai contenuti, e allo stesso tempo avevamo visogno di renderli leggibili alle macchine. C'era il sogno del "Grande Database", quello di Wikipedia, quello di Semantic MediaWiki.

Non abbiamo risolto il problema di Flash, né abbiamo dato una soluzione alternativa al problema della leggibilità dei dati. Ci siamo limitati ad abbassare le necessità, riducendo le potenzialità degli strumenti per garantirne la portabilità in ambienti più banali. Esattamente come per il parallel processing al posto di scalare verso l'alto (imparare a scrivere applicazioni concorrenti che possano essere estese su più macchine e core) abbiamo scalato verso il basso (applicazioni single-thread che sanno di essere da sole e per comunicare tra thread usano gli stessi modi con cui comunicano tra macchine diverse).

E quindi?

Quindi per questo motivo non posso scrivere un articolo di elogio alle manovre sociali del governo in carica, elogiandone in particolare la democratica vena che le ha prodotte, quando in realtà tutta la pagina è esposta in caratteri romani allungati, con angoli graziati, in puro stile fascista, perché è questo ciò che veramente penso di quelle manovre.

Quindi non posso scrivere questo articolo inserendo il grafico interattivo del numero di siti progettati in Flash messo in relazione con il numero di device mobile venduti.

Beninteso, nulla mi vieta di farlo lo stesso...

...ma non ne godreste sul vostro scintillante iPad™ dove usate Flipboard.

Beninteso, nulla mi vieta di scrivere una App per sopperire ad ogni necessità che il semplice HTML (perché non si parla di CSS quando entrano in gioco gli aggregatori di feed) mi offre...

...ma sarebbe stare al gioco del padrone, del codice chiuso.

Il mio sogno

Nei prossimi mesi della mia vita lavorerò a progetti che proprio di separazione dei contenuti dalla presentazione trattano. Non posso nascondere che il mio desiderio sia quello di trovare una soluzione allo stato delle cose.

Spero di poter dare buone notizie a breve.