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Vaccini Covid-19

Vaccinazione e contagio

È stato dimostrato per la variante Alfa che chi è vaccinato si contagia (e contagia) molto meno rispetto a chi non è vaccinato. Lo stesso è stato dimostrato per la variante Delta.

In base a studi come questi appena citati, l'ISS dichiara che i vaccini proteggono anche dall'infezione ottimamente (con un'efficacia attorno all'80%), oltre che ovviamente dal ricovero nei reparti ordinari (efficacia tra il 91 e il 97%), di terapia intensiva (efficacia tra il 97 e il 100%) e dalla morte (efficacia tra il 97 e il 100%).

Efficacia dei vaccini

Per la variante Alfa (la più diffusa fino a poco tempo fa) è stato misurato che le due dosi dei vaccini prevengono la malattia molto bene (circa il 94% per Pfizer, 74% per AstraZeneca).

Per la variante Delta (la più ostica), è stato misurato che la protezione dalla malattia è ancora molto buona dopo le due dosi di vaccino (circa 88% per Pfizer, 67% per AstraZeneca).

Una dose sola di questi vaccini invece fornisce invece una scarsa protezione (49% per la Alfa, 31% per la Delta).

I vaccini autorizzati non sono sperimentali

Quando una casa farmaceutica crea un vaccino, prima fa degli studi in vitro (ovvero senza coinvolgere esseri vivienti). Se questi studi sono promettenti, si passa a studi su cavie animali.

Se anche qui si vede che i vaccini funzionano e sono sicuri, si passa alla sperimentazione umana. Questa sperimentazione umana è composta da 3 fasi: prima si studiano gli efffetti del vaccino su poche persone (fase 1), se tutto va bene si passa a un centinaio di persone (fase 2). Se anche la fase 2 va bene, si passa alla fase 3, che coinvolge decine di migliaia di persone.

Dopo questa terza fase, la sperimentazione si conclude e, se tutti i dati lo permettono, gli enti regolatori autorizzano l'uso del vaccino per l'intera popolazione, e inizia la fase di farmacovigilanza.

Circola la voce che i vaccini sono sperimentali fino al 2023. Non è così: la sperimentazione è fatta nelle 3 fasi precedenti l'autorizzazione.

Quello che avviene quando un farmaco viene autorizzato è la cosiddetta farmacovigilanza.

A cosa serve? Nelle fasi sperimentali si studiano gli effetti su decine di migliaia di persone. Tuttavia, purtroppo (o per fortuna!) non siamo tutti uguali, e ci potrebbero essere effetti secondari veramente rari, ad esempio in una persona su un milione.

Questi casi non possono essere rilevati nella fase di sperimentazione pre-autorizzazione: è per questo che l'EMA ha imposto alle case farmaceutiche di continuare a raccogliere dati (il famoso "maggio 2023" di Pfizer).

Nota finale: ad oggi sono state somministrate più di 4 miliardi di dosi dei vaccini anti-covid, e la popolazione mondiale non è stata sicuramente decimata.

Percentuali di vaccinati in ospedale

Le percentuali di persone vaccinate e non che finiscono in ospedale possono trarre in inganno se non si presta un po' di attenzione.

Facciamo un esempio:

  • paese A, 10'000 abitanti, nessun vaccinato: in ospedale ci vanno 100 persone (nessuna vaccinata)
  • paese B, 10'000 abitanti, tutti vaccinati: in ospedale ci vanno 10 persone (tutte vaccinate)
  • paese C, 10'000 abitanti, di cui 9'000 vaccinati e 1'000 non vaccinati: in ospedale ci vanno 19 persone, di cui 9 vaccinate e 10 non vaccinate

Considerazioni:

  1. Gli abitanti del paese B vedono che tutti i ricoverati sono vaccinati. Vuol dire che i vaccini non funzionano? No: se nessuno fosse vaccinato in ospedale avremmo 100 persone (come nel paese A) invece di 10.
  2. Gli abitanti del paese C vedono che in ospedale quasi il 50% dei ricoverati è vaccinato, e potrebbero pensare che i vaccini non funzionano. In realtà se in 9'000 non si fossero vaccinati (come nel paese A) in ospedale ci sarebbero finite 100 persone e non 19.
  3. Semplificando, è proprio confrontando i numeri di contagiati, ammalati e deceduti tra due gruppi di persone volontarie (un gruppo vaccinato e l'altro gruppo non vaccinato) che è stato dimostrato nella fase di sperimentazione avvenuta prima dell'autorizzazione che i vaccini funzionano. A manetta, per giunta.

Responsabilità

Non è vero che quando ti vaccini ti fan firmare una liberatoria, cioè un documento grazie al quale lo Stato (o il medico vaccinatore) viene sollevato da qualsiasi responsabilità.

Quello che si firma è un consenso informato, ed è necessario sia per poter ricevere il vaccino che qualsiasi altro trattamento sanitario (ad esempio l'apparecchio per i denti).

Difatti le Regioni risarciscono eventuali effetti indesiderati gravi.

Validità tamponi e test

Ci sono vari strumenti per rilevare se una persona è entrata in contatto col coronavirus:

  • tampone molecolare (o PCR): misura se e quanto RNA del virus è presente nel muco di naso e/o parte superiore della gola. I risultati si hanno se va bene entro 24 ore
  • test rapido antigenico: indica se nel muco di naso e/o parte superiore della gola sono presenti delle proteine caratteristiche del virus. I risultati si hanno in 15-20 minuti, ma sono leggermente meno attendibili del tampone molecolare
  • test sierologoco: indica se nel sangue ci sono degli anticorpi che testimoniano che siamo entrati in contatto col virus

Problemi:

  • i test sierologici non ci dicono se al momento dell'esame siamo infetti e/o contagiosi, ma solo se siamo stati esposti in passato al virus
  • i tamponi molecolari e i test antigenici rapidi fotografano lo stato in un determinato momento, ma ovviamente non garantiscono di non essere infetti successivamente. Dire che valgono 48 ore è un po' come giocare alla roulette russa... È come andare in piscina lunedì, vedere che c'è l'acqua, poi tornarci mercoledì e tuffarsi da bendati: sì, l'acqua 48 ore prima c'era, ma non so voi, io non mi tufferei senza vedere se c'è proprio quando mi tuffo.

Va anche notato che i tamponi potrebbero non rilevare il virus se ci si è infettati da meno di 3-4 giorni, che gli eventuali sintomi si manifestano in media entro 3-5 giorni da quando si è stati esposti, mentre si è contagiosi in media 2 giorni prima della manifestazione dei sintomi.

Riassumendo: i test dovrebbero sostituire i vaccini solo nei rari casi in cui una persona non può vaccinarsi (ad esempio perché fortemente allergica) o perché i vaccini non funzionano al meglio (ad esempio per le persone immunodepresse).

Nessuna correlazione?

Ogni tanto fa notizia di qualcuno che muore qualche giorno dopo aver ricevuto una dose di vaccino.

Gli scienziati ci dicono che bisogna fare delle analisi per vedere se il decesso è correlato al vaccino, ovvero se il decesso è stato causato o meno dal vaccino. E quando lo dicono, i no-vax inneggiano al complotto sostenendo che si vuol nascondere la verità sulla pericolosità dei vaccini.

Facciamo un esempio.

Qualche mese fa è deceduta una persona che conoscevo abbastanza bene. Aveva solo 49 anni, super atleta salutista. Non aveva fatto il vaccino, e sarebbe morto anche se avesse fatto il vaccino il giorno prima. Ovviamente in quel caso i complottisti avrebbero sostenuto che la morte era stata causata dal vaccino.

Facciamo un altro esempio: in Italia mediamente si verificano 200'000 casi di ictus all'anno. Se si vaccina metà della popolazione italiana, 100'000 vaccinati verranno colpiti da ictus, e 100'000 non vaccinati verranno colpiti da ictus.

In fine: vaccinando milioni di persone in un breve lasso di tempo è matematico che possa capitare che qualcuno dei 600'000 morti all'anno in Italia abbia mangiato una pizza o ricevuto il vaccino qualche giorno prima di morire.

Il fatto è che la gente muore. Muore dopo aver bevuto un bicchier d'acqua, mangiato una pizza o aver ricevuto una dose di vaccino: muore indipendentemente da cosa abbia fatto nei giorni precedenti.

È per questo che gli scienziati ci dicono che prima di associare un decesso al vaccino va studiata la correlazione.

E fino a metà giugno i decessi che sono stati probabilmente causati dal vaccino sono stati 4, infinitamente di meno delle vite salvate dai vaccini, per qualsiasi fascia di età.

Numero di decessi per covid

Nei siti dei complottisti si legge spesso che il numero di morti per covid sia largamente sovrastimato, sostenendo che vengono conteggiati come decessi per covid anche i decessi di persone morte a causa di altre patologie e che incidentalmente erano positive al coronavirus.

I dati indicano invece che il numero di decessi ufficiali per covid è molto maggiore di quello ufficiale.

Facciamo un esempio: i dati ISTAT ci dicono che in media tra il 2015 e il 2019, in provincia di Bergamo nel mese di marzo sono morte 902 persone, mentre nel 2020 i decessi sono stati 6'091.

Ovvero 5'189 morti in più in un solo mese.

I dati ufficiali dicono che in provincia di Bergamo, da inizio pandemia e fino al 25 luglio 2021 i morti ufficiali per covid sono stati 3'686.

Quindi sì: il numero ufficiale di morti a causa del coronavirus è molto probabilmente sbagliato: sono stati molti di più, non di meno.

Vaccinazioni durante le pandemie

Tra i novax circola la voce che non si vaccina in pandemia.

È errato.

Quando si replica, un virus può creare una copia di sé leggermente diversa. Può capitare che questa copia sia più infettiva e/o più pericolosa (sono le famose "varianti"). L'unico modo di evitarlo è ridurre la replicazione del virus, ovvero ridurne la diffusione.

Poiché i vaccini covid proteggono benissimo dal contagio e dalla malattia, per ridurre la diffusione e replicazione del virus è necessario vaccinare il maggior numero possibile di persone nel minor tempo possibile.

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