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Asset Token & Proprietà Frazionata

Shermin Voshmgir edited this page Jul 22, 2021 · 1 revision

Gli asset token consentono la creazione di rappresentazioni digitali di qualsiasi tipo di asset fisici o di titoli, e hanno il potenziale di introdurre molteplici nuovi casi d’uso che finora non sarebbero risultati attuabili. Questi token rappresentano l’evoluzione dei mercati di scambio di asset e attività economiche, che potrebbe rendere obsolete le attività di back office, sostituendole con azioni svolte da smart contract.

La tokenizzazione di un asset esistente consiste nella assegnazione di un “gemello digitale” tokenizzato a un oggetto o a un titolo finanziario. Il token generato rappresenta la contropartita del bene fisico, caricato e gestito su un registro digitale condiviso. “Asset token” è un termine generale che fa riferimento a qualsiasi asset, come materie prime, opere d’arte, beni immobili o titoli. I “Security Token” sono una categoria specifica di asset token che sono classificati come titoli secondo i regolamenti del mercato finanziario. L'interpretazione di ciò che costituisce un titolo, tuttavia, è soggetto alla legislazione locale.

Da una punto di vista legale appare rilevante la tokenizzazione di (diritti su) un bene fisico e altri diritti (virtuali). Gli strumenti che mirano a rappresentare i beni virtuali (come i certificati cartacei e altri certificati digitali) saranno probabilmente sostituiti presto dai token; per i beni fisici è probabile che il possesso rimanga il legame più importante verso un determinato asset. A seconda del contesto normativo e di come viene impostato lo smart contract, gli asset token potrebbero essere idonei per il trading globale. Un investitore in Francia potrebbe facilmente comprare equity in un ristorante in Canada sotto forma di token con pochi click. Un investitore in Messico potrebbe finanziare un condominio in India. L'apertura dei mercati globali aggiunge ancora più liquidità e fornisce nuove opportunità sia per gli imprenditori che per gli investitori. Questa tendenza potrebbe rendere possibile l'acquisto di azioni di beni in paesi stranieri che prima erano molto più difficili da ottenere.

Qualsiasi bene fisico o azione in una piccola o media impresa può essere tokenizzato ad una frazione di quello che costerebbe nel mondo client-server e diviso in token rappresentativi, che potrebbero essere scambiati su un mercato aperto. Al fine di cedere un bene reale come un appartamento, si potrebbe generare un token con uno smart contract, associando a quel token un valore legato a quello del bene reale. Il diritto di proprietà in tale bene e la sua corrispondente rappresentazione digitale possono essere divisi in parti e venduti a diversi (co-)proprietari. Anche se un token rappresenta un bene fisico che non è divisibile, come un pezzo d'arte o una proprietà immobiliare, il token stesso è divisibile. I mercati degli asset, come le belle arti o gli immobili, che di solito hanno quote di ingresso economiche elevate, possono essere tokenizzati e frazionati, generando potenzialmente nuovi casi d'uso prima non pensabili. Invece di investire milioni di euro per un'opera d'arte, si può ora acquistare una frazione di un dipinto. Questo permette di aumentare la profondità e la liquidità del mercato.

La tokenizzazione di beni del mondo reale potrebbe raggiungere una capitalizzazione di mercato di trilioni di euro, ma ha bisogno di alcuni prerequisiti: (i) siti di exchange specializzati in asset token, (ii) custodi di fiducia di wallet che possono gestire più asset e idealmente anche concedere l'autocustodia ai possessori di token, e (iii) un ambiente normativo ben definito per i diversi tipi di asset token.

I rischi e le ramificazioni degli asset token sono più difficili da prevedere rispetto a quelli dei security token, e rappresentano una sfida per gli investitori, gli imprenditori e i regolatori. I security token possono essere paragonati ai primi giorni del Web, quando gli editori hanno iniziato a pubblicare i loro contenuti online come se fossero su carta stampata. All'inizio, Internet ha fornito solo un nuovo canale di distribuzione, ma non ha cambiato il tipo e il formato dei contenuti. Ci sono voluti anni prima che venissero aggiunte le prime sezioni dedicate ai commenti, dove i lettori potevano discutere in modo interattivo gli argomenti trattati. C'è voluto anche un po' di tempo prima che gli editori capissero che potevano aggiungere nuovi tipi di contenuti che normalmente non sarebbero entrati nel giornale o nella rivista. Solo quando è avvenuta la diffusione dei social media l'industria editoriale è stata veramente sconvolta, con l'introduzione di canali di distribuzione più frammentati e dinamici, quando qualsiasi individuo poteva diventare un "influencer". Gli asset token sono per i mercati finanziari ciò che i social media sono stati per l'industria editoriale. È ancora più probabile che rivoluzionino la nostra economia, e i security token rappresentano un punto di passaggio per arrivare a quel traguardo.

Caso d’uso 1: Security Token

I token di sicurezza forniscono una nuova forma di rappresentazione, gestione e distribuzione dei titoli esistenti. Il pagamento dei dividendi potrebbe essere completato al volo con uno smart contract, il che rappresenta una evoluzione rispetto allo stato dell'arte dei sistemi di regolamentazione finanziaria. Dal punto di vista di un regolatore, questi token sono titoli tradizionali che sono semplicemente rappresentati e gestiti da una nuova tecnologia. Non sono un nuovo prodotto, e quindi sono abbastanza facili da normare. In tutto il mondo le autorità di condotta finanziaria e organismi simili di regolamentazione hanno concluso che qualsiasi token che potrebbe essere considerato un security token è soggetto a organismi di regolamentazione, come la Securities and Exchange Commission (USA), FMA (Austria), la Autorità Monetaria di Singapore (MAS), BaFin (Germania), e la FCA - Financial Conduct Authority (Regno Unito), solo per citare alcuni esempi.

Non c'è una comprensione globale comune di ciò che costituisce un security token; la regolamentazione varia da paese a paese. In alcune giurisdizioni, il termine "security token" si applica a qualsiasi token che rappresenta un bene riconosciuto o un concetto di investimento, altre giurisdizioni hanno una definizione più stretta di ciò che costituisce un titolo. La Securities and Exchange Commission (SEC) negli Stati Uniti, per esempio, definisce un token come un titolo se si investe denaro con l'idea di trarre profitto dal lavoro di qualcun altro. Più specificamente, un token sarebbe considerato un titolo se c'è: (i) un investimento di denaro; (ii) un'aspettativa di profitti; (iii) quel denaro è detenuto da un'impresa comune; e (iv) i profitti sono un risultato del lavoro di terzi. Al contrario, la definizione europea di titoli include attività standardizzate che sono trasferibili e negoziabili sui mercati dei capitali, non hanno strumenti di pagamento e sono paragonabili a strumenti di capitale o di debito.

Nell'attuale sistema finanziario, i titoli e altri prodotti finanziari richiedono molto tempo per essere liquidati. Nonostante il fatto che i processi siano migliorati con l'avvento dell'informatica e poi di Internet, le operazioni sono ancora lontane dalla esecuzione in tempo reale. Le transazioni possono richiedere un minimo di due giorni lavorativi per essere completate. Sebbene esistano già oggi mercati operativi su ventiquattro ore, raramente operano in modalità P2P. I security token possono facilitare processi fluidi di transazione senza sacrificare la protezione legale.[^1]Lo smart contract sostituisce l'intermediario ed esegue il processo di liquidazione tra venditori e acquirenti, minimizzando le commissioni di intermediazione. I mercati operativi 24/7 potrebbero ridurre i tempi di liquidazione a pochi minuti, o anche meno.

La conformità è incorporata nello smart contract. Il codice auto-applicativo è una risposta efficiente a un aspetto complesso della negoziazione di titoli, dove la regolamentazione può variare a seconda del tipo di attività o del tipo di investitore, tenendo conto che tutte le parti interessate - il compratore, il venditore e l'emittente - potrebbero essere soggetti a diverse giurisdizioni. Oggi si usa un complesso processo di gestione dei documenti basato su una serie di libri mastri separati, dove i dati sono gestiti nel contesto protetto rappresentato dai server di ogni stakeholder coinvolto. Questo incubo della gestione protetta dei documenti crea inefficienze e ritardi. La natura programmabile dei token rende anche più economico e facile formalizzare condizioni speciali, che potrebbero consentire la creazione di tipi di asset più personalizzati finora non proponibili. Tuttavia, qualsiasi sistema per lo scambio di security token deve incorporare una molteplicità di contratti legali. L'implementazione di security token è una questione tecno-giuridica complessa e dipende dagli effetti di rete. I fornitori di servizi di terze parti hanno iniziato a fornire standard di token progettati per consentire l'emissione trasparente di asset token e security token, compresi i processi per i requisiti KYC e AML.

Sempre più operatori di mercato stanno annunciando servizi relativi ai security token. Alcune aziende importanti hanno annunciato piattaforme di trading specializzate, compresi i fondatori del NYSE che stanno investendo in startup rilevanti. Anche la Borsa svizzera sta progettando di costruire una borsa regolamentata per i security token. Esempi di attori attivi in questo campo includono: “Bakkt,” “Securitize,” “OTCXN,” “tZERO,” “Polymath,” “Neufund,” “Binance” in collaborazione con il Malta Stock Exchange, “Cezex,” Gibraltar Blockchain Exchange, “Templum,” “Coinbase,” e il London Stock Exchange (Bancor).

Caso d’Uso 2: Tokenizzazione di proprietà immobiliari

Quella immobiliare è una delle più grandi classi di attività a livello globale in termini di capitalizzazione di mercato. Tuttavia la proprietà immobiliare non è accessibile a tutti. Molte famiglie a basso reddito non potranno mai permettersi di comprare un immobile. Per ricevere un prestito, gli acquirenti devono avere una storia di credito positiva, un lavoro stabile e ben pagato, o altri beni da portare a garanzia. Inoltre, il mercato immobiliare è altamente frammentato e centralizzato. I dati sono gestiti da una serie di terze parti come banche, avvocati, notai e registri immobiliari che usano ciascuno il proprio software, proprietario e costoso, e che nella maggior parte dei casi non è interoperabile. Gli smart contract hanno il potenziale per facilitare la gestione dei diritti nel settore immobiliare, compreso l'intero processo di liquidazione. Una volta che la proprietà immobiliare è tokenizzata, può essere facilmente registrata e gestita su un'infrastruttura pubblica, e può essere scambiata in modalità P2P se è conforme alla regolamentazione. I dati di ogni proprietà protetti con tecniche di hash potrebbero essere registrati su un ledger distribuito, dando vita ad un set di dati universalmente condiviso contenente informazioni su tutte le attività relative agli immobili, come il precedente proprietario, le riparazioni effettuate e i servizi.

I beni immobili sono un bene illiquido, il che significa che comprare e vendere il bene è un processo lungo e burocratico; la proprietà non passa di mano velocemente. La ricerca mostra che l'utilizzo di registri fondiari basati su Web3 potrebbe minimizzare la burocrazia e ridurre l'attrito del mercato e i notevoli costi legati al trasferimento di proprietà. I token potrebbero essere facilmente frazionati, il che significa che i proprietari di immobili potrebbero vendere quote frazionate dei loro appartamenti. Mentre la vendita di quote di una proprietà non è un concetto nuovo, la tokenizzazione degli immobili potrebbe essere il prossimo passo nel processo di automazione, rendendo più efficiente l'emissione e la vendita di questi beni ad una frazione dei costi normalmente necessari.

Potrebbero essere emessi token per beni immobili esistenti o per un progetto immobiliare in fase di sviluppo. I proprietari privati potrebbero emettere token frazionari di un appartamento che vogliono comprare, il che permetterebbe loro di raccogliere fondi senza bisogno di passare attraverso una banca o accendere un prestito privato. I possessori di token sarebbero co-investitori e potrebbero riscuotere un affitto frazionato in proporzione alla quantità di azioni che detengono. Le persone che prima erano escluse da tali investimenti per motivi economici potrebbero ora investire solo in una frazione di un'intera unità, il che renderebbe il mercato più inclusivo per coloro che hanno minori mezzi economici. La riscossione dell'affitto potrebbe essere amministrata dallo smart contract e il trasferimento della proprietà potrebbe avvenire più facilmente. Se, ad esempio, un'altra persona compra il 5 per cento del valore tokenizzato del vostro appartamento, il pagamento della quota parte dell'affitto corrispondente potrebbe essere attivato mensilmente in modo automatico dallo smart contract. Nel caso di una vendita dell'appartamento in una data futura, i possessori di token frazionari di quell'appartamento potrebbero ottenere le loro quote grazie ad una procedura che potrebbe anche essere gestita e applicata automaticamente dallo smart contract.

Nel caso dei token frazionari è importante distinguere il tipo di diritti che vengono concessi con il token acquisito: proprietà (come un investimento, quindi posso vendere e monetizzare in qualsiasi momento) e diritto di accesso (posso accedere a quel bene). I diritti di proprietà devono anche essere separati dalla gestione di quel bene reale. Le regole di governance del token dovranno stabilire chi può decidere di vendere l'appartamento. Nella maggior parte dei casi, potrebbero essere concessi solo diritti di partecipazione agli utili, ma non diritti di voto. Tuttavia, ci dovrebbe essere un regolamento in atto per tutelare i possessori di token, nel caso in cui l'emittente non riesca a pagare l'affitto al possessore di token frazionato. I dettagli di tutti questi casi richiederebbero la conformità a standard normativi e dovrebbero prevedere modalità specifiche di esecuzione. Esistono diverse opzioni legali per soluzioni di conflitto in situazioni di proprietà frazionata, come i cosiddetti diritti di tipo "drag along" e "tag along"[^2] o le “Aste Olandesi,”[^3]che potrebbero essere codificati in uno smart contract per poter avere una soluzione adeguata allo scopo di una certa situazione

L'attuale processo di accensione di un mutuo per l'acquisto di un immobile è accompagnato da una pesante supervisione normativa e di due diligence da parte della banca per assicurarsi che la persona che prende il prestito sarà anche in grado di ripagarlo, con gli interessi previsti. In caso di insolvenza la banca è partecipe nei titoli di proprietà. Se il proprietario della casa non riesce a rimborsare il prestito, la banca può rivendicare la proprietà, venderla e liquidare l'appartamento sul mercato per recuperare il credito che ha concesso. Nel caso della proprietà frazionata, come può essere gestito un caso di questo genere? Ricorrendo a terzi di fiducia e liquidatori? Anche i processi di manutenzione devono essere coperti dallo smart contract; sarebbe molto complesso dal punto di vista normativo intentare una causa ad esempio contro centinaia, se non migliaia, di proprietari che non si prendono cura della manutenzione di un edificio per uffici.

Mentre la tokenizzazione degli immobili ha un grande potenziale, questo caso d'uso porta con sé numerose complessità, la maggior parte delle quali riguardano questioni legali e normative, che variano da paese a paese, o da stato a stato. Un prerequisito per la tokenizzazione degli immobili dovrebbe essere la compatibilità con Web3 del processo legale del mercato immobiliare: i processi codificati nello smart contract dovrebbero essere accettati dal processo del catasto e dal contesto normativo generale. In alcuni paesi, la proprietà della terra è a malapena tracciata; nella maggior parte dei paesi, il processo è ancora prevalentemente cartaceo, e richiede l'intervento di una moltitudine di intermediari. Affinché questo caso d'uso possa diventare fattibile tutti i soggetti coinvolti, da costruttori e broker a banche, fondi immobiliari e gestori di strutture dovrebbero acquisire la compatibilità con i ledger distribuiti.

Tokenizzare e frazionare la proprietà immobiliare potrebbe anche avere effetti potenzialmente negativi che richiederebbero una supervisione normativa. C'è molto da imparare dal crollo del mercato immobiliare negli Stati Uniti che ha portato alla crisi finanziaria del 2008.[^4] Come in tutti i casi nei quali molte persone investono in un asset senza comprenderne a fondo l'essenza, anche la proprietà frazionata di beni immobili può diventare un gioco di investimento pericoloso e portare allo stesso "pensiero magico" da parte di investitori che prendono decisioni di investimento a fronte di una scarsa comprensione del quadro generale delle dinamiche di mercato.

Molti paesi stanno già cercando di registrare i titoli di proprietà su qualche tipo di ledger distribuito, e molti altri li stanno seguendo. Si sta formando un ecosistema in rapida crescita di fornitori di servizi che offrono soluzioni di proprietà frazionata e altri servizi immobiliari tokenizzati, come "Atlant," "IHT Real Estate Protocol," "LATOKEN," "Max Property Group," “Meridio,” “BitRent,” “Etherty,” “Caviar,” “Propy,” “PropertyShare,” “Rentberry,” “Treehouse,” o “Trust.”

Caso d’Uso 3: Tokenizzazione dell’Arte

Dal punto di vista degli investimenti, le belle arti sono una categoria di beni che costituisce parte integrante dei portafogli di investimento di molti individui con un alto patrimonio. Tuttavia, gli investitori con minori mezzi economici non hanno accesso a questo tipo di asset, poiché gli oggetti di investimento più attraenti sono molto costosi e i prezzi sono dettati da case d'asta e gallerie che di solito hanno un numero limitato di partecipanti al mercato, e questo porta ad una bassa liquidità. Per complicare ulteriormente le cose, la manutenzione delle opere d'arte è costosa e si svolge in luoghi sicuri e protetti, non nei salotti delle persone che vi hanno investito. Inoltre, la compravendita di opere d'arte è attualmente accompagnata da un pesante processo di documentazione, per garantire l'autenticità e la provenienza di un'opera, che è un prerequisito per garantirne il valore. Il sistema attuale si basa su terze parti fidate che gestiscono un mosaico di banche dati che attraversa l'intera supply chain dell'arte, gestendo quei certificati digitali che garantiscono il valore. Lo stesso vale per l'industria musicale, l'industria cinematografica e l'industria editoriale quando si tratta di definire le royalties per gli artisti da parte di editori, etichette musicali, studi cinematografici o servizi di streaming online. Il pagamento delle royalty avviene con un considerevole ritardo, pari a diversi mesi e a volte anni. Il processo è inefficiente e molto poco trasparente. Tokenizzare il mercato dell'arte e dell'intrattenimento potrebbe, potenzialmente, risolvere molte delle inefficienze dei sistemi attuali, dalla proprietà frazionata, la provenienza, la gestione dei diritti digitali, il loro pagamento, fino al crowdfunding. I token potrebbero anche abilitare nuove opere d'arte derivate. Esempi di progetti già attivi nella tokenizzazione dell'arte sono: “Artex,” “Artory,” “Ara,” “ArtWook,” “Audius,” “BitSong,” “Blockchain Art Collective,” “Blockgraph,” “Braid,” “Custos,” “Comcast,” “Curio,” “Cards,” “Dada.nyc,” “Feedbands,” “Filmchain,” “Livepeer,” “Looklateral,” “Maecenas,” “Musicoin,” “Plantoid,” “re8tor,” “RNDR,” “Snark.art,” “SOUNDACC,” “Tatatu,” “The Art Token,” “Ujo,” “Verisart,” “VooGlue,” “Vezt,” “Viberate,” “Vevue,” e “White Rabbit.”

Proprietà frazionata: individui con limitate risorse economiche, che sarebbero normalmente esclusi da questa opportunità di investimento, sarebbero in grado di comprare una frazione di un'opera costosa. Questo potrebbe portare ad un aumento della domanda di investimenti in arte, aumentando potenzialmente i prezzi complessivi dell'arte e la produzione di nuovi tipi di arte, democratizzando e diversificando il mercato. La questione principale che si pone in questo contesto è: come può essere gestita la proprietà collettiva di un'opera d'arte? L'opera stessa potrebbe, per esempio, essere custodita da qualcuno che ha l'esperienza per mantenere una collezione d'arte, il cui costo sarebbe sostenuto da tutti i possessori di token dell'opera. I pagamenti sarebbero gestiti e applicati dallo smart contract. Un primo esempio è il dipinto di Andy Warhol, "14 Small Electric Chairs", che è stato tokenizzato e venduto su "Mecenate" nel 2018. Il dipinto è stato tokenizzato e frazionato sulla rete Ethereum, i certificati di proprietà sono stati gestiti da uno smart contract, sono diventati pubblicamente verificabili e potrebbero quindi essere scambiati sulla piattaforma Maecenas.

Provenienza: Tokenizzare l'arte potrebbe aprire la strada a un mercato più trasparente, dove i potenziali investitori hanno accesso a opere verificate. Assegnare la provenienza usando i token gestiti da un'infrastruttura pubblica potrebbe risolvere le sfide dei sistemi convenzionali, come la corruzione, la contraffazione e l'hacking. Il sistema attuale si basa su terze parti fidate che gestiscono una moltitudine frammentata di database, dove questi certificati digitali sono memorizzati. Al contrario, i sistemi tokenizzati userebbero tecniche di hash e crittografia per verificare pubblicamente la provenienza delle opere. La gestione dei trasferimenti di proprietà sarebbe condotta da smart contract, a costi drasticamente inferiori, permettendo la esecuzione delle transazioni in tempo reale.

Gestione dei diritti: gli smart contract sono strumenti di gestione dei diritti. La tokenizzazione permette una gestione più trasparente e disintermediata dei diritti di proprietà intellettuale e la conseguente liquidazione in tempo reale delle royalties. Le opere d'arte potrebbero essere facilmente affittate ad una galleria, i musicisti potrebbero raccogliere le loro royalty più velocemente, e la condivisione generale delle entrate tra i fornitori di piattaforme e gli artisti potrebbe essere gestita dallo smart contract istantaneamente mentre una canzone, un film o un libro viene trasmesso in streaming o scaricato. I diritti d'autore potrebbero essere pagati direttamente, senza che editori, studi cinematografici o servizi di streaming agiscano come intermediari, che spesso introducono ritardi significativi nel compensare gli artisti. Le royalty potrebbero essere pagate sotto forma di token inviati all'artista in tempo reale, in base al numero di persone che hanno visto la loro opera, trasmesso il loro film o la loro colonna sonora, o letto il loro post

Crowdfunding/investimento: I token possono anche essere utilizzati per il crowdfunding di futuri progetti artistici, che i loro investitori potrebbero possedere per una frazione o per intero. Chiunque contribuisca al finanziamento di un progetto artistico potrebbe ricevere una quota proporzionale del valore tokenizzato di quel progetto, accettando i termini stabiliti in uno smart contract. L'artista potrebbe definire il contratto in modo tale che l'artista mantenga una quota dell'opera d'arte prodotta, mentre gli altri possessori di token sono liberi di vendere i loro token sul mercato aperto, o in alternativa incassare, se l'opera viene venduta collettivamente. In una tale configurazione, un artista potrebbe ricevere finanziamenti prima della produzione, pur mantenendo la proprietà parziale dell'arte. I token potrebbero anche permettere alle gallerie di prefinanziare gli acquisti di opere d'arte.

Opere d'arte derivate: L'emergere di nuove opere d'arte derivate potrebbe essere un'altra applicazione dell'arte tokenizzata. Si potrebbero creare smart contract complessi che conferiscono diritti di accesso alle opere d'arte derivate in occasione dell'acquisto di un vero dipinto. Si potrebbero aggiungere caratteristiche extra, come il collegamento di un file digitale nell'opera d'arte fisica, come ad esempio l'integrazione di funzioni di realtà aumentata nel token. Per esempio, un video che documenta il processo di produzione dell'opera d'arte. I token possono collegare permanentemente l'opera d'arte fisica al suo file digitale, in modo che il file digitale diventi parte integrante dell'opera fisica e ne aumenti il valore. I token legati all'arte aprono anche nuove forme di espressione artistica e di creazione di valore, come la gamification, e potrebbero portare alla fusione di arte, realtà virtuale e gioco.

Caso d’Uso 4: Proprietà Collettiva Frazionata

L'esatta logica di business implementata da uno smart contract che gestisce la proprietà collettiva frazionata dipende dal caso d'uso specifico. Un edificio per uffici, per esempio, potrebbe essere acquistato collettivamente dai membri di uno spazio di co-working, nel qual caso il processo decisionale potrebbe anche essere gestito collettivamente. I token garantirebbero i diritti di voto. Lo spazio di co-working potrebbe essere tokenizzato sulla base dei diritti d'uso, dove i membri avrebbero il diritto di utilizzare una certa quota dello spazio. La proprietà collettiva potrebbe anche essere utile per molte ONG o lavori di base. Una comunità di vicini di casa potrebbe acquistare e gestire collettivamente una micro-rete alimentata da energia rinnovabile, poiché collettivamente diventa più facile coprire i costi rispetto ai singoli individui. Lo smart contract invierebbe i ricavi mensili derivanti dall'eccesso di energia prodotta e venduta a tutti i membri del collettivo, in proporzione alle azioni che ciascuno possiede (per approfondire: Parte 2 - Economia istituzionale delle DAO).

Una tale configurazione potrebbe anche essere attraente per i conduttori di taxi. Molti autisti non hanno i soldi per investire nella propria auto, e quindi lavorano per una società che fornisce l'infrastruttura, condividendo le loro entrate o pagando un affitto fisso al proprietario del veicolo. Un sistema basato su token di proprietà collettiva frazionata consentirebbe a diversi taxisti di acquistare collettivamente un'auto, invece di affittarla da qualcuno, e dividere i turni, i ricavi dalle corse e i costi legati all'acquisto e alla manutenzione dell'auto. Uno smart contract potrebbe raccogliere alla fonte una parte delle entrate di tutti, creando un fondo da utilizzare per le spese richieste.

I token di proprietà frazionata collettiva potrebbero inoltre gestire i beni comuni di una comunità più grande, e stabilire il diritto di un individuo ad accedere a una quota dei benefici derivanti da quei beni. Lo stato dell'Alaska negli Stati Uniti e la Norvegia hanno già stabilito di passare ai cittadini una quota delle loro vendite di petrolio, direttamente o sotto forma di fondi integrativi. Un processo del genere potrebbe essere reso simbolico per ridurre i costi di insediamento, aumentando allo stesso tempo la trasparenza e la responsabilità.

Riassunto del capitolo

Gli asset token permettono la creazione di un "rappresentante digitale" per beni fisici o titoli. Sono il prossimo passo nell'automazione dei mercati dei titoli e degli asset, sostituendo interi back office con smart contract.

La tokenizzazione di un asset esistente si riferisce al processo di creazione di un gemello digitale tokenizzato per qualsiasi oggetto fisico o asset finanziario. Il token rappresenta la controparte fisica, gestita collettivamente da un ledger distribuito.

"Asset token" è un termine generale che può includere qualsiasi bene, come materie prime, opere d'arte, beni immobili o titoli. I "Security token" sono un tipo specifico di asset token che sono classificati come titoli secondo i regolamenti del mercato finanziario. L'interpretazione di ciò che costituisce un titolo, tuttavia, è soggetto alla legislazione locale.

I Security Token forniscono una nuova forma di rappresentazione, gestione e distribuzione dei titoli esistenti. Il pagamento dei dividendi potrebbe essere eseguito con uno smart contract in tempo reale, una evoluzione significativa rispetto allo stato dell'arte dei sistemi di regolamentazione finanziaria. Dal punto di vista di un regolatore, questi token sono titoli tradizionali che sono semplicemente rappresentati e gestiti da una nuova tecnologia. Non sono un nuovo prodotto, e quindi sono abbastanza facili da normare.

I token patrimoniali sono per i mercati finanziari ciò che i social media erano per l'industria editoriale. È molto più probabile che rivoluzionino la nostra economia, e i security token sono un passo intermedio per arrivare a quell'obiettivo.

La tokenizzazione di (diritti a) un bene fisico e altri diritti (virtuali) è rilevante da un punto di vista legale. Gli strumenti che mirano a rappresentare beni virtuali (come i certificati cartacei e altri certificati digitali) saranno probabilmente sostituiti presto dai token; appare probabile che il legame più importante verso i beni fisici rimanga il possesso.

A seconda dell'ambiente normativo e di come è impostato lo smart contract, gli asset token possono essere idonei al trading globale. L'apertura dei mercati globali aggiunge ancora più liquidità e fornisce nuove opportunità per gli imprenditori e gli investitori. Questa tendenza potrebbe rendere fattibile l'acquisto di quote di asset in paesi stranieri che finora risultano molto più difficili da ottenere.

Gli smart contract offrono la possibilità di facilitare la gestione dei diritti nel settore immobiliare, compreso l'intero processo di liquidazione. Una volta che la proprietà immobiliare è tokenizzata, può essere facilmente registrata e gestita su un'infrastruttura pubblica, e scambiata in modalità P2P se conforme alla normativa. I dati protetti con tecniche di hash relativi ad ogni proprietà potrebbero essere registrati su un ledger distribuito per fornire un set universalmente condiviso di informazioni su tutte le attività relative agli immobili, come il precedente proprietario, le riparazioni effettuate e i servizi. I token potrebbero essere emessi per beni immobili esistenti o per un progetto immobiliare in fase di sviluppo.

Per tokenizzare un bene reale come un appartamento, si genera un token con uno smart contract e ad esso si associa un valore legato al bene reale. Il diritto di proprietà di quel bene e la sua corrispondente rappresentazione digitale possono essere divisi in parti e venduti a diversi (co-)proprietari. Anche se un token rappresenta un bene fisico che non è divisibile, come un pezzo d'arte o una proprietà immobiliare, il token stesso è divisibile.

Un prerequisito per la tokenizzazione degli immobili è la compatibilità con il Web3 del processo legale del mercato immobiliare, dal processo del catasto all'ambiente normativo generale che devono recepire e accettare i processi implementati come smart contract.

Tokenizzare il mercato dell'arte e dell'intrattenimento potrebbe potenzialmente risolvere molte delle inefficienze dei sistemi attuali, dalla proprietà frazionata, la provenienza, la gestione dei diritti digitali, i pagamenti fino al crowdfunding. I token potrebbero anche consentire la definizione di nuove opere d'arte derivate.

I mercati degli asset che di solito hanno livelli di accesso economici elevati, come le opere d'arte o gli immobili, possono essere tokenizzati e frazionati, generando potenzialmente nuovi casi d'uso finora impensabili. Invece di investire milioni di euro per un'opera, se ne potrebbe acquistare una frazione. In questo modo aumenterebbero la profondità e la liquidità del mercato.

Qualsiasi bene fisico o azione in una piccola o media impresa può anche essere tokenizzato a una frazione di quello che costerebbe nel mondo client-server e diviso in token rappresentativi, che potrebbero essere scambiati su un mercato aperto.

Riferimenti e approfondimenti

Note a piè di pagina

[^1]: Mentre sembra esistere tra i regolatori un ampio consenso almeno sull'applicabilità dei regimi di regolamentazione, la situazione è diversa nei vari paesi per il diritto civile, e quindi anche per la "protezione" dei detentori di token. La qualificazione nel diritto regolamentare sembra più facile, perché mira ad affrontare determinati rischi (protezione dei mercati e degli investitori) e quindi consente un approccio che privilegia la sostanza rispetto alla forma. Nel diritto civile, la protezione legale dei titoli (come l'acquisizione in buona fede) è tipicamente collegata a certificati cartacei o a registrazioni contabili da parte di intermediari regolamentati. Saranno necessarie modifiche legislative per raggiungere certezza legale (vedi consultazioni in Liechtenstein, Svizzera, Germania).

[^2]: In a shareholders’ agreement, a"drag along” clause requires minority shareholders to sell their shares, while the “tag along” clause requires majority shareholders to allow the minority to join in on a sale.

[^3]: In a Dutch auction, investors bid for the amount they are willing to buy a token. The token price is determined after all bids have been conducted, to determine the highest price at which the total offering can be sold.

[^4]: “The housing bubble preceding the crisis was financed with mortgage-backed securities (MBSes) and collateralized debt obligations (CDOs), which initially offered higher interest rates (i.e. better returns) than government securities, along with attractive risk ratings from rating agencies.” The collapse of the housing bubble led to the devaluation of housing-related securities which were mostly unregulated. https://en.wikipedia.org/wiki/Subprime_mortgage_crisis

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